Progetto didattico di digitalizzazione di archivi e documenti storici come ingrediente per la ripartenza

L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere quanto l’Italia non sia un paese digitale, anche nei settori che trainano la nostra economia.

Il comparto turistico incide per il 15% del PIL e dà lavoro a 3,5 milioni di persone; il nostro è il Paese al mondo con il maggior numero di siti UNESCO, ma solo il 2% di essi si è dotato di un programma di marketing digitale.

Il “Made in Italy” è il terzo brand più noto al mondo e vale per circa il 25% della nostra economia; il prestigio internazionale di cui gode la nostra manifattura non è dovuto solo alla qualità intrinseca dei prodotti, ma anche al fatto che essi sono l’espressione di un heritage cultural-artigianale di eccellenza storica. Ma solo l’1% delle aziende italiane ha inserito nel proprio sito degli elementi che ne valorizzino la storia e il saper fare esclusivo; e meno dello 0,01% si è dotata di un progetto di digitalizzazione sistematica dei propri archivi storici.

In un mondo dove sempre di più ciò che non è raggiungibile da smartphone non esiste, la conversione digitale delle ricchezze artistiche e culturali nostro patrimonio nazionale è condizione essenziale per la ripresa. La Commissione europea ha indicato la digitalizzazione dei documenti cartacei tra i punti cardine del proprio Recovery Plan, evidenziando come l’integrazione delle tecnologie digitali da parte delle imprese italiane sia ben al di sotto della media europea (indice 32,3 vs media di 41,1).

Per questa ragione, nel mese di ottobre abbiamo organizzato per i nostri iscritti al percorso in obbligo scolastico di Digital design un workshop intensivo (35 ore in una settimana) su CULTURA E ARCHIVI DIGITALIZZATI. Nel corso di laboratori condotti da docenti di livello universitario e con strumentazioni d’assoluta avanguardia, i nostri studenti hanno imparato come digitalizzare un libro del 1600 e ottimizzarne la post-produzione con un algoritmo, come creare un rendering 4D di una statua o il tour virtuale di un museo. Non solo: i ragazzi hanno imparato come “mettere a sistema” queste informazioni, pubblicandole sulle piattaforme giuste e inserendole in un contesto di narrativa digitale di heritage marketing.

Un simile progetto didattico di digitalizzazione di documenti sarà oggetto di un altro corso specialistico di ben 1.000 ore, interamente finanziato da Regione Lombardia e Fondo Sociale Europeo, in favore di giovani disoccupati sino a 29 anni, in partenza nel mese di gennaio 2021. Un altro esempio di come le tecnologie dell’educazione contribuiscano non solo alla dematerializzazione della nostra scuola, ma arricchiscano la formazione dei nostri studenti con delle competenze digitali di punta.