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Martedì 1 Luglio 2025

Arti performative: cosa sono e quali sono


Che cosa sono le arti performative?

Da sempre, il mondo dello spettacolo dal vivo affascina il pubblico: luci, palcoscenici, musica, corpi in movimento, voci che raccontano storie.

Con il termine arti performative, si definiscono proprio quelle forme artistiche che si manifestano attraverso l’azione dal vivo, con la partecipazione attiva del corpo, della voce e della presenza fisica dell’artista. A differenza delle arti visive, che producono opere permanenti, una performance esiste solo nel momento in cui viene eseguita. Il pubblico non osserva semplicemente: vive l’esperienza in tempo reale, condividendo uno spazio e un tempo con l’artista.

Le origini

Il concetto di arti performative, o performing arts, affonda le radici nei riti collettivi dell’antichità. Pensiamo ai riti religiosi primitivi, ai cori greci del teatro classico, passando per le messe in scena teatrali del rinascimento, fino ad arrivare alle avanguardie del Novecento. Una storia affascinante che dimostra come l’uomo, da sempre, senta il bisogno di esprimersi attraverso il corpo, il suono e il movimento.

Le arti performative oggi

E oggi? Le arti performative sono molto più di uno spettacolo. Sono cultura, economia e opportunità. Secondo il rapporto “Io sono Cultura 2023” di Symbola e Unioncamere, nel corso del 2022 le performing arts hanno registrato una piena ripresa delle attività di progettazione, ricerca e produzione, contribuendo in grande parte al PIL italiano. Inoltre, l’esperienza digitale vissuta durante il lockdown ha stimolato nuove modalità espressive e contaminazioni tra linguaggi, aprendo scenari creativi ancora in evoluzione. A livello occupazionale, questo settore ha superato di gran lunga il periodo pre-Covid, coinvolgendo decine di migliaia di professionisti, non solo artisti, ma anche tecnici, manager culturali e comunicatori.

Emblematica è la figura di Marina Abramović, artista serba considerata pioniera della performance art. Le sue opere, intense e provocatorie (che portano spesso il performer al limite) hanno ridefinito il confine tra arte e vita, mettendo il corpo al centro del discorso artistico.

Caratteristiche fondamentali: cosa distingue un’arte performativa?

Sebbene diverse tra loro, tutte le arti performative condividono alcune caratteristiche intrinseche che le distinguono da altre forme artistiche come la pittura, la scultura o la letteratura. Vediamo gli elementi chiave che le distinguono:

  • la presenza dell’artista: Il cuore pulsante di ogni performance artistica è il performer. La sua presenza fisica, la sua energia, la sua abilità tecnica ed espressiva sono il veicolo primario dell’opera. Gesto, movimento, parola, suono diventano linguaggio artistico. Senza l’artista che agisce hic et nunc (qui e ora), l’opera performativa semplicemente non esisterebbe;
  • il ruolo del pubblico: a differenza di chi osserva un quadro, il pubblico di un evento performativo condivide lo stesso spazio e tempo dell’artista. Questa compresenza crea una relazione unica. L’energia, le reazioni e persino la semplice presenza del pubblico possono influenzare la sua esecuzione. In alcune forme di performing art, il pubblico può essere invitato a partecipare attivamente, diventando co-creatore dell’evento;
  • l’importanza della dimensione spazio-temporale: ogni performance è unica perché legata indissolubilmente a un contesto spaziale (un teatro, una piazza, una galleria, un luogo non convenzionale) e a un preciso arco temporale (il momento della giornata e la durata dello spettacolo). La stessa performance replicata in un altro luogo o momento non sarà mai identica ad un altra;
  • la natura effimera dell’evento: questa è forse la caratteristica più emblematica: l’opera performativa esiste solo nel momento in cui viene eseguita. Una volta conclusa, sopravvive nel ricordo degli spettatori, nelle documentazioni (video, foto), ma l’esperienza diretta dell’evento è irripetibile. Questa caducità accentua il valore stesso della performance artistica come esperienza irripetibile, da vivere in prima persona, in diretta opposizione alla permanenza dell’oggetto artistico tradizionale.

Tipi di arti performative

Il panorama delle arti performative è incredibilmente vasto e variegato. Esse comprendono diverse discipline, ognuna con le proprie specificità (anche se i confini sono spesso fluidi e le contaminazioni frequenti), ma tutte accomunate dalla dimensione viva e partecipativa della performance:

  • Teatro: prosa, tragedia, commedia, musical…il teatro racconta storie e archetipi umani da migliaia di anni;
  • Danza: comprende stili molto diversi tra loro come la danza classica (balletto), moderna, contemporanea, ma anche le danze popolari e folcloristiche, l’hip-hop, il tip-tap, ecc…;
  • Musica: fanno parte di questo cluster tutti i tipi esecuzione musicale dal vivo: concerti (di musica classica, rock, pop, jazz, ecc…), recital solistici, ma anche l’opera lirica (che unisce musica, canto e teatro) e le performance di musica elettronica;
  • Performance Art, spesso legata all’arte concettuale contemporanea, mette al centro il corpo e l’idea, come nei lavori della già citata Marina Abramović o di Hermann Nitsch.

Oltre a queste, esistono molte forme ibride o di confine che rientrano a pieno titolo nello spettacolo dal vivo, come il circo contemporaneo (che unisce abilità acrobatiche a elementi teatrali e di danza), il mimo, la stand-up comedy. Ciò che le accomuna tutte è l’elemento centrale della performance dal vivo davanti a un pubblico.

Cosa studiare per lavorare nel mondo delle Arti performative

Lavorare nel mondo delle arti performative è il sogno di molti, ma spesso si pensa solo ai ruoli dei “protagonisti sul palco” (attori, ballerini o musicisti). In realtà, dietro ogni spettacolo di successo c’è una macchina organizzativa complessa che richiede figure professionali specializzate in ambiti gestionali, tecnici, comunicativi e promozionali, come:

  • registi,
  • organizzatori di eventi,
  • manager culturali,
  • tecnici luci/audio,
  • scenografi,
  • social media manager per eventi culturali,
  • videomaker;
  • curatori, e molti altri ancora.

Promuovere un evento, gestire i budget, curare la comunicazione online e offline, trovare finanziamenti, organizzare tournée: sono tutte attività fondamentali che richiedono competenze specifiche. Oggi più che mai, sono richieste anche abilità trasversali come lo storytelling, la capacità di narrare un progetto artistico, coinvolgere il pubblico e costruire un’identità culturale riconoscibile e memorabile.

Il percorso giusto per chi vuole organizzare, promuovere e innovare

Se sei affascinato da questo mondo ma non vuoi stare sotto i riflettori, oppure semplicemente vuoi acquisire competenze manageriali per operare in modo strategico nel settore culturale delle performance dal vivo, esistono percorsi formativi mirati, che offrono una formazione pratica e professionalizzante post-diploma.

Ad esempio, Essence Academy propone un percorso altamente specializzato: la Scuola per Tecnici dello spettacolo. Questo corso è pensato proprio per formare figure professionali capaci di muoversi con competenza nel mondo del marketing culturale, della comunicazione e dell’organizzazione di eventi legati a questo settore, rispondendo alle esigenze concrete di teatri, compagnie, festival e istituzioni culturali.

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