La combustione del nostro futuro

Secondo il Governo britannico, al summit sul cambiamento climatico di fine ottobre si è coagulata una coalizione formata da 18 Paesi, dozzine di banche e istituzioni varie: l’impegno preso dal gruppo è quello di dismettere gradualmente l’utilizzo del carbone, chiudendo o convertendo le fabbriche che lo utilizzano e smettendo di finanziare i progetti basati sull’utilizzo di questa risorsa.

La combustione di carbone è la singola causa principale dietro il cambiamento climatico, ed arrestarne l’utilizzo sarebbe una vittoria importante per l’essere umano.

Non mancano, da anni ormai, prese di posizione più o meno concrete in tal senso: insomma, a parole siamo tutti d’accordo che il carbone è cattivo e le energie rinnovabili sono buone; è chiaro, d’altra parte, che una transizione green è tecnicamente ed economicamente molto difficile, visto che tantissimi Paesi meno sviluppati dipendono dal carbone e che si tratta di un’industria in cui girano miliardi di dollari. Sarà dunque interessante capire quale seguito avrà questa ennesima coalizione verde, e sarà sociologicamente interessante vedere fino a quando l’essere umano riuscirà nell’impresa (sinora inedita e impensabile nel mondo naturale) di mettere il denaro davanti alla sopravvivenza.

Fondazione AMMI, di cui Essence è membro fondatore, ha come propria mission quella di formare i manager di domani: fra questi c’è il Sustainability Manager, che si rivelerà fondamentale per affrontare le sfide che attendono la nostra società nei prossimi decenni.