Mercoledì 1 Aprile 2020
Bollettino Essence n.6
Monza, 01-04-2020
“Sarà nato da un pipistrello in una caverna, ma è l’attività umana ad averlo liberato.
Invadiamo foreste tropicali e altri paesaggi vergini, che ospitano così tanti animali e piante – e in seno a queste creature, così tanti virus sconosciuti. Tagliamo gli alberi; uccidiamo gli animali o li ingabbiamo e li vendiamo nei mercati. Sconvolgiamo ecosistemi, e distacchiamo i virus dai loro ospiti naturali. Cosa succede? I virus hanno bisogno di un nuovo ospite. Spesso, l’ospite siamo noi. (…)
L’elenco di virus di questo tipo risuona come un rullo di tamburo a lutto: Machupo, Bolivia, 1961; Marburg, Germania, 1967; Ebola, Zaire and Sudan, 1976; H.I.V., riconosciuta a New York e California, 1981; una forma di Hanta (ora nota come Sin Nombre), USA sud-occidentali, 1993; Hendra, Australia, 1994; influenza aviaria, Hong Kong, 1997; Nipah, Malaysia, 1998; West Nile, New York, 1999; SARS, Cina, 2002-3; MERS, Arabia Saudita, 2012; Ebola di nuovo, West Africa, 2014. E questa è solo una selezione.
E ora abbiamo nCoV-2019, il rullo di tamburo più recente. (…)
Dobbiamo ricordarci, quando la polvere si sarà posata, che nCoV2019 non è un evento nuovo o una sfortuna che ci è capitata. Era
ed è parte di un sistema di scelte che noi umani stiamo facendo.”
David Quammen, New York Times 28 gen. 2020
David Quammen è un giornalista ed autore di “Spillover: Animal Infections and the Next Human Pandemic” con il quale, già nel 2012, si interrogava su quando e come sarebbe scoppiata la prossima pandemia da infezione animale.
La versione integrale e originale dell’articolo parzialmente riportato sopra si trova al link seguente:
https://www.nytimes.com/2020/01/28/opinion/coronaviruschina.html